Oltrepò che siamo, dai vignaioli al vino
C’era una volta l’Oltrepò Pavese. Il territorio a sud del fiume Po, protagonista del passaggio di popoli lontani fin dal primo millennio a.C. e dell’influenza delle regioni circostanti: Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna. La più antica testimonianza della vite risale ai tempi preistorici grazie al reperto di un tralcio trovato nelle zone di Casteggio. “Vino buono, popolo ospitale e botti di legno molto grandi” sono le parole del geografo e storico greco Strabone, di passaggio al seguito delle truppe romane attorno al 40 a.C. con cui attribuiamo ai vignaioli dell’Oltrepò l’invenzione della botte. Una storia quindi, quella del vino in Oltrepò Pavese, che inizia da molto lontano.
“Oltrepò che siamo, dai vignaioli al vino” è un progetto promosso da Regione Lombardia, Camera di Commercio di Pavia e Unioncamere Lombardia con la collaborazione di Consorzio di Tutela dei Vini dell’Oltrepò Pavese, Consorzio Club del Buttafuoco Storico e Distretto del Vino di Qualità dell’Oltrepò Pavese. L’obiettivo del progetto è valorizzare il territorio dell’Oltrepò Pavese e le sue eccellenze enologiche e gastronomiche. Un racconto che inizia in vigna, con le voci di chi ha scelto questo territorio e dedica ogni giorno alla coltivazione della vite, per continuare con accenni storici, consigli e suggestioni dedicate ad appassionati, turisti e curiosi che si avvicinano all’Oltrepò Pavese per la prima volta.
“Oltrepò che siamo” è un progetto di
in collaborazione con
Si ringraziano per le interviste rilasciate e le riprese: Antonio Achilli, Matteo Bertè, Valter Calvi, Marco Calatroni e la famiglia Brambilla, Elena Cavallotti, Famiglia Giorgi, Ermanno Rebasti, Francesco e Umberto Quaquarini. Testi di Francesca Chiades.
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